di Attila Piccolo
" Di che lagrime gronda e di che sangue la scrittura " ( U. FOSCOLO )
Non
é inopportuna la metafora " sangue " perchè lo scrivere è un atto di
suzione del sangue non certo di quello che scorre nelle vene ma quello
che scorre nelle arterie della Vita, del Sogno, della Fantasia, dell'Immaginario.
Chi scrive è un vampiro, assetato di sangue di ciò
che è " altro da sè " ma che poi finisce per incorporare. Inutile dire
che lo scrivente o scrittore è un vampiro buono, cioè che non uccide.
Anzi dà a sua volta " linfa e sangue " alla vittima della sua
aggressione, consumabile in ogni ora ed in ogni luogo anche in facebook.
Anche
questa citazione si addice al contesto:
" Così fredda, così dura, così
prosciugata, così totalmente disanimata..." (G. Ungaretti )
Medesime
conclusioni come sopra...
Ogni " fare" acquista un senso in quanto
si tramuta in un "dire" in un "significare" o forse anche soltanto in
un "alludere".
Naturalmente vi é una comunicazione "semplice e
quotidiana" che é quella a cui noi tutti ricorriamo in ogni istante
nella grande e nella piccola storia di esseri umani.
E ve n'é un' altra,
più complessa e sfuggente, quella che c'interessa ora in questa sede
che è la comunicazione scritta.
Grande mistero quest'ultimo e di non
facile esegesi, visti i risultati alla lettera
quotidianamente...proviamo a scandagliare.
Comunicare
che deriva dal latino "communis" che significa "comune", vuol dire
"rendere comune un'informazione" metterla in comune con gli altri, un
rapporto tra soggetti .
Io posso trasmettere a chiunque un
certo messaggio ma non sono sicuro che quel messaggio sia stato ricevuto
o ancor di più capito .
La trasmissione può rivelarsi inutile ed
infruttuosa, la comunicazione comporta un rapporto fra tutti i soggetti
che la rendono possibile perchè nella comunicazione non pesa tanto la
relazione con il reale quanto la relazione tra emittente e ricevente in
rapporto al reale.
" In sostanza, i soggetti che
comunicano mettono in comune una determinata visione del mondo;
attraverso la comunicazione il mondo acquista significato, tanti
significati possibili quante sono le comunicazioni possibili." (G.
Arena)
Dal momento quindi che la comunicazione si occupa di
significati e non di dati, come è tipico invece dell'informazione, è
evidente che la possibilità di toccare dimensioni non razionali...ed é
accaduto ieri sera...di sollecitare l'emotività, di irrompere nel
soggettivo è implicita nel processo del comunicare.
" Il mondo è una mia rappresentazione" ecco una verità valida per ogni essere vivente e pensante (A.Schopenhauer )
"
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione
di modo che il secondo classifica il primo ed è
quindi metacomunicazione." (P. Watzlawick )
Scrive al riguardo
Antony De Mello " I sentimenti negativi sono dentro di Voi non nella
realtà..quando Voi cambiate, tutto cambia."
Una breve storia sulla comunicazione...
"
Alcuni tagliatori di marmo sono intenti a svolgere il loro compito :
tagliare il marmo della cava in blocchi.
Un tale si accosta e
rivolgendosi ad uno di loro, chiede che cosa stia facendo.
Quello,
piuttosto seccato, risponde. risponde " sto tagliando dei blocchi
di marmo".
Accostandosi a un altro e formulando la stessa domanda,
riceve quest'altra risposta: sto facendo la mia parte nella costruzione
di una grande cattedrale".
Occorre creare una visione,
trasferirla, significa, suggerisce la storiella, attribuire un senso
agli sforzi dell'oggi, fornire una chiave di lettura all'azione cui
la meta dà significato.
" L' uomo ha bisogno di tensione e
soprattutto ha bisogno e gli è benefica quella tensione che si
stabilisce nel campo di forza polare fra sè e uno scopo che si prefigge,
un compito che si sceglie, oppure per dirla come Karl Jaspers: " Una
cosa che egli fa sua ".
La mappa non è il territorio, la mappa di
ogni individuo è formata dalle rappresentazioni sensoriali personali,
la mappa di un individuo struttura, condiziona la sua esperienza
nel mondo, nella vita, la mappa quindi non è il territorio (la mappa del
bosco non è il bosco).
Qui a partire dalla storiella del marmo stiamo
facendo P.N.L.
Perchè la P.N.L. parte non dalla
realtà ma dagli esempi per insegnare e trasferire l'eccellenza per il
conseguimento degli obiettivi, facendo "esperienza " e capitalizzando
il positivo ed il negativo...allenando le proprie abilità personali
sino a farle diventare automatiche esattamente come accade
nell'apprendimento e nella pratica delle arti marziali, chi le svolge è
già allineato su queste dinamiche di P. N. L.
Pertanto nella
P.N.L. per conseguire l'eccellenza ed il raggiugimento degli
obiettivi, occorre osservazione fisiologica delle persone nella
comunicazione ed esercizio, tanto esercizio come nelle arti marziali.
La
critica deve avere un valore ermeneutico non "metasememi" con figure
di significato tendenti ad uno spostamento di senso, nè significati di
"metalogismi" con figure di pensiero o operazioni che modificano il
significato di una dittologia in " ironia o paradosso" , inoltre avere
un ancoraggio di stati d'animo produttivi, il processo d'ancoraggio é
designato ad associare uno stimolo ad una particolare esperienza,
arrivando allo stato d'animo che c'interessa ancorare attraverso il
richiamo di un'esperienza personale già sperimentata in maniera forte,
la mia personale ed altro non avere che " in nuce" cioè " in germe "
un meccanismo per raggiungere l'eccellenza !!!
"
Sono in Noi il bene e il male e che la possibilità di agirli entrambi
pertiene soltanto al nostro libero arbitrio." (Aldo Carotenuto-
giornalista de Il Messaggero in un articolo del 20 LUGLIO 2004 :
" Un
simbolo delle nostre penombre" che si avvale di un "approccio
psicoanalitico" per cercare di capire quali meccanismi inconsci scattino
dinanzi a casi che Freud inserisce nella categoria del "perturbante"
non per desiderio di verità bensì per padroneggiare, il "vedere"
(meccanismo tipico della nostra psiche) "ciò che più ci spaventa" e
cioè che all'improvviso ognuno di Noi può scoprirsi totalmente "altro"
da sè stesso...
Allora dobbiamo prendere in esame la
parola "struttura" che deriva dal sostantivo latino "structura" che
significa "costruzione" e "ordinamento" , dal verbo latino "struo"
"costruire".
Essa, la struttura, scrive Lévi-Strauss indica "un
sistema, retto da una coesione interna che si rivela nello studio delle
trasformazioni, grazie alle quali si ritrovano proprietà similari in
sistemi apparentemente diversi" da (Elogio dell'antropologia).
Per
individuare una struttura, é necessario procedere ad un' operazione di
semplificazione, come sostiene Umberto Eco che propone un esempio chiaro
ed illuminante:
" Posso ridurre il corpo umano ad una rete di rapporti
che identifico nello scheletro e dare allo scheletro una presentazione
graficamente semplificata.
Ho individuato così una struttura comune a
più esseri umani, un sistema di relazioni, di posizioni e di diifferenze
tra elementi discreti, rappresentabili in linee di diversa lunghezza e
posizione ".
E la cultura o visione del mondo o Weltanscaung o ideologia
é l'insieme delle valutazioni che il soggetto o i gruppi danno, di
tutti gli aspetti della vita (politico-sociali, economici, religiosi,
filosofici, esistenziali).
Tutti hanno una personale visione del mondo
anche coloro che sostengono di non averne nessuna, ne hanno sempre una:
quella di non aver nessuna concezione del mondo.
Quindi esiste il
problema della "circolarità" che può essere messa in discussione da un'
egemonia di una o più persone che impedisce lo scambio e l'influenza
reciproca fra "cultura ufficiale" e "altra cultura".
Nell'ambito di una
prospettiva semiologica, risulta interessante e problematica la
"circolarità" proprio al di là delle piatte convenzioni e dei luoghi
comuni perchè consente di candidare il linguaggio scritto a interprete
profondo degli eventi intorno a Noi, del nostro tempo ed a modello di
approccio perennemente dinamico al di là delle piatte convenzioni e dei
luoghi comuni....
In questo modo la scrittura recupera
il suo nobile significato etimologico : il verbo " scribere" deriva dall'indoeuropeo " sker" che significa appunto "incidere e raschiare"
stesso significato dal greco "gràphein" dalla radice "gerph".
Quindi lo
scrivente o lo scrittore per ciò che ti riguarda visto che lo sei e
pubblichi del libri, incide, colpendo al cuore con una furia distruttiva
che lascia morte spesso e lascia molte delle convenzioni semantiche
cristallizzate, reinventando un nuovo codice specifico che é poi quello
che gli scittori chiamano " idioletto" .
"Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose ma dalle opinioni che essi hanno delle cose" (Epitteto-filosofo greco)
"Abitùati
ad ascoltare attentamente ciò che gli altri dicono e cerca di penetrare
il più possibile nell'animo di chi ti parla" (Marco Aurelio).
"L' eloquenza è una pittura del pensiero". (Blaise Pascal).
"Historia magistra vitae".
ATTILA PICCOLO
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