venerdì 11 ottobre 2013

IN NOME DEL POTERE :IL TEMPO

   di Attila Piccolo

                                                              PROLOGO

Questo saggio sul Potere è stato pubblicato nel novembre 2004 sul mensile di attualità e politica da me diretto.
E' stato il primo dei miei saggi e quello a cui sono più affezionato. Dopo la pubblicazione è stato oggetto di assemblee e dibattiti nei Licei ed Istituti Superiori della Provincia di Lecce destando molto interesse ed approfondimenti.
Vi è espressa la genesi del Potere. l'identificazione del Potere nella vita quotidiana, come riconoscerlo, come conservarlo, come perderlo, le citazioni motlo divertenti, molto illuminanti.
La prospettive nell'uomo moderno ed il suo aspetto sociale.
Vi è un altro saggio, sul Governo, dalle sorprese inimmagginabili che pubblicherò presto, altra pubblicazione a cui sono affezionato.

                                                        PUBBLICAZIONE

Il Potere del Tempo è vecchio di millenni.
Il Tempo in quanto realtà sfuggente ai poteri dell'uomo, è stato spesso raffigurato dagli antichi come una personificazione mitica, nell'accezione di realtà Immateriale, la cui natura è da porre tra il sacro ed il metafisico.
" Non era ancora l'anno Mille quando, l'Imperatore diede ad un uomo un cavallo e gli disse: percorri più strada che puoi e segna dentro la strada percorsa,i confini del tuo feudo."
Il minor tempo  impiegato dalla veloce galoppata del cavallo per chiudere la maggior quantità di spazi, stabiliva il potere del latifondista.
 Ancora, mille anni dopo, nel Regno di Sardegna,1820, il DECRETO  DELLE CHIUDENDE, riprendeva per la civiltà contadina e pastorale una proposta simile.
" Quella terra comunale dove pascolerai le tue pecore, dove raccogli legna per il tuo camino, dove tagli erba per i tuoi conigli, circondala di sassi e muretti, tanta ne chiuderai, tanta sarà tua."
Il Tempo consumato e quello consumabile, come una volta la terra, posseduta e sfruttabile, è il presupposto ad ogni discussione sul Potere moderno.
 L'orologio diventa " Signore del Tempo e Signore degli Uomini" misurando con le lancette non solo la nostra esiistenza ma anche il del Potere di ognuno di noi.
 Raramente, infatti, intraprendiamo qualsiasi azione senza averlo prima consultato, diventa il nostro oracolo che ci indica il momento giusto per ogni azione nel privato come nel pubblico.
E' nel Tempo che l'uomo stabilisce scadenze per se stesso e per gli altri uomini, segna e influenza le date dei calendari.
Il Potere è davvero nel Tempo.
Trascurando i particolari il Potere è : la capacità d'influire sul comportamento degli altri,di controllare l'influenza non soltanto oggi ma domani e dopodomani.
 Potere significa facoltà, possibilità e capacità di fare come espresso dal termine latino " potestas".
Potestà significa usare una forza per far valere la propria volontà.
 Potente è colui che ha il permesso e la capacità di fare, colui che fa le cose ( in Democrazia).
 Giovanni Sartori il più autorevole scienziato italiano della politica e teorico del Liberalismo democratico, Ordinario alla Columbia University di New York, osseva che :
" Il Potere è tanto più forte quanto meno viene esercitato."
Il Potere resta un vero Potere quando è solo un'aspettativa, quando, senza un ordine, il potente esercita un sistema di comandi e di obbligazioni che ognuno si assegna senza che gli sia ordinato.
Ma come si conquista il Potere? Anche un piccolo Potere? diventando un Leader, Leader di qualcosa anche in un piccolissimo spazio.
E' un fenomeno antico ma che oggi si traferisce dalla politica al costume, il " Cesarismo di massa". l'aspirazione ad essere un piccolissimo Cesare, un piccolissimo Napoleone di un ufficio per esempio, di un microfono, di un palcoscenico.
Ma come si perde il Potere?
Il Potere decade quando non si vuole tener conto del " Teorema di Godel".
Kurt Godel matematico insuperabile e uno dei più grandi logici di tutti i tempi, dimostrò in modo rigoroso che esistono sempre enunciati riguardanti un sistema che non possono essere dimostrati all'interno di uno stesso sistema.
Il potente che ignora Godel rifiuta di sapere che c'è sempre un gioco che non è in grado di giocare quando pretende cioè. di giocare al di sopra delle sue possibilità. Nel gioco
 del Potere c'è sempre una manche nella quale si deve passare la mano. Altrimenti si salta!
Napoleone, infatti, amava dire:
" Il mio Potere dipende dalle mie glorie e le mie glorie dalle mie vittorie. Io avrò Potere finchè avrò vittorie."
Ma nel meccanismo Napoleonico della forza era già il segreto della debolezza.
Chi è sempre costretto a vincere è anche costretto ad espandersi.
 Molti studiosi di strategia affermano che il gigantismo afflige tutti i poteri  assoluti e primi o poi li porta al crollo.
 Oggi assistiamo ad alcuni destini, di taluni potenti : chi lo disperde pervaso dall'avidità e da un senso di onnipotenza metafisica perchè vive al di fuori della realtà oggettiva, poco e mal condivisa dai suoi governati ma al di dentro di una realtà spaziale, soggettiva, propria, assieme alla sua corte che condivide molto e bene i benefici del potere goduti di riflesso e chi, invece, lo conserva pervaso da oculatezza e giudizio, rovesciando " la Formula di Napoleone" punta ad una forma di velato anonimato, rinunciando all'obbligo di vincere sempre e soprattutto di essere glorificato sempre.
 Vivere oggi il Potere, integralmente, è vivere un incubo.
 Un filosofo Francese, ha osservato come la sventura della vita umana sia l'impossibilità di guardare e mangiare allo stesso rempo. Ciò che si mangia si distrugge, ciò che si guarda, si conserva.
Al banchetto dell'esistenza, il potente divora tutto, vive con l'atteggiamento mentale del mangiatore e si abitua a ragionare con lo stomaco.
" Il pensiero del Potere è digestivo."
" Una mescolanza di sensazioni che chiamo  Il Leone  tanto per dargli un nome sebbene sia chiaro che non ha niente a che vedere con la parola Leone e nemmeno con l' idea di di Leone." ( Italo Calvino)
Il potente è tale quando, ha la saggezza di fondere il successo col potere, due cose che alcune volte non coincidono perchè il successo è dato dal consenso e molti non si curano nè si sforzano di coltivarlo.
Una regola- limite anticipata da Kant, duecento anni fa e poi ripresa da Norberto Bobbio, il maggiore filosofo italiano della politica, considera ingiusto, nell'esercizio di un Potere, tutto ciò che non si può dichiarare in pubblico, tutto ciò che ci si vergogna di fare davanti agli altri.
 Chi si addentra in un discorso sul Potere si accorge subito che il primo Potere, è quello di controllare le definzioni.
Questo Potere viene definito controllo dell'informazione.
E' antico come il mondo, nato come creazione del linguaggio e della logica del  linguaggio, poi diventa controllo delle fonti d'informazione e dei mezzi attraverso i quali l'informazione circola.
" Il Potere è nel mezzo di comunicazione che si occupa del Potere ed in tal modo lo legittima.
E' il Quarto Potere! L'autorità esercitata dalla stampa sull'opinione pubblica."
L'uomo la mattina legge il giornale, fantastica, s'immedesima, aspira su di un Potere burocratico-politico-economico-mondano che un giorno anche lui potrà conquistare ed il giornale che legge è una  mappa fedele da conquistare perchè vi si narra degli uomini più potenti e di successo, delle battaglie vinte e delle sconfitte, di chi ha già conquistato, il Potere.
"Oggi il Tempo è la cosa nel mondo meno equamente distribuita fra gli uomini."
" C'è un Tempo per i potenti e c'è un tempo per i deboli."
" Mi manca il tempo." Oggi è una frase ricorrente di povertà e d'insoddisfazione, è il metro, è il termometro del grado di potere.
Ma c'è anche un" Tempo povero" per sovrabbondanza, un Tempo che non vale nulla : il Tempo degli anziani, il tempo dei disoccupati, un Tempo che ha minore valore sociale separato dall'altro tempo, quello che vale, quello che manca, il tempo dei potenti...
Ma per un uomo di vero Potere che ha la forza e la capacità di fare le cose " Il Tempo povero" dovrebbe essere il Tempo con il valore aggiunto, quello a cui destinare maggiori attenzioni e soluzioni.
Per esercitare " In Nome del Potere"
" Sic Itur ad Astra."

Attila Piccolo

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